Luca Cutrufelli

Artista

Luca Cutrufelli, nasce a Messina nel 1982, attualmente vive e lavora tra Milano e Lipari.
Nel 2007 si laurea in Ingegneria Edile per il Recupero, presso l’Università di Messina. Dal
2008 al 2010 è assistente presso lo studio di Marco Tirelli, Maurizio Mochetti e Bruna Esposito, Roma.

Il mio lavoro si divide principalmente in una pratica installativa, tramite lavori con pietre vulcaniche, ed in una pittorica, attraverso il disegno a carboncino. La scelta di questi due media dipende da diversi fattori, ma al contempo da una ricerca comune che mi porta principalmente ad approfondire gli eventi più drammatici che condizionano l’animo umano e come esso reagisce, come li assorbe e come muta. Quegli eventi che lasciano dei segni profondi, delle cicatrici, nel nostro inconscio che a sua volta cerca di nasconderli, di occultarli. Quindi attingo alla mia biografia, al mio passato o a quello che accade quotidianamente e che inevitabilmente condiziona il mio equilibrio, la mia psiche. Sto cercando di creare un mio vocabolario di immagini composto da elementi naturali, alberi legati tra loro, radici, rami che si spezzano, oppure figure che vanno a costituire barriere, limiti, confini o percorsi.

Il disegno: quando mi sono approcciato per la prima volta all’arte, come molti giovani artisti, dipingevo ad olio e acrilico. Ma mi accorsi quasi subito che non avevo un reale interesse a lavorare con i colori, li trovavo troppo “rumorosi” rispetto a quello che mi interessava approfondire. In più il processo pittorico era troppo lungo, aspettare che i colori asciugassero, mischiarli per trovare quello più adatto, pulire i pennelli… mi sembrava limitasse la spontaneità, che frammentasse troppo il tempo che va da quando percepisci una sensazione a quando la rappresenti su tela (o carta). La tecnica che utilizzo io, con il carboncino, mi permette di rappresentare in un tempo abbastanza breve quella intuizione, quella immagine che ho in testa senza disperdere quell’insieme di sensazioni che compongono quei momenti. Creo questi fondali bui.
Questa oscurità, questo buio, arriva dalla necessità di immergersi in uno spazio dove regnino quiete, solitudine e silenzio, una serie di sensazioni che solo quel fondale nero riesce a darmi. Come durante una seduta di psicanalisi, passo dopo passo vado alla ricerca di quelle sensazioni che restano sommerse nell’inconscio e che influenzano maggiormente gli stati dell’anima, provocate a loro volta dagli eventi più significativi dell’esistenza, gli incontri, le perdite, i legami fondamentali, le conquiste e i fallimenti, le cadute e le rinascite, il rapporto tra essere umano, natura, Dio. R. M. Rilke scriveva che il nostro essere “si conserva come oro nella roccia nelle abissali profondità” ed è esattamente quello che penso anche io e che ricerco nel mio lavoro.

Progetto per Volcanic Attitude
Le installazioni con pietre vulcaniche: a Parigi nel 2013, presso Galerie Bendana-Pinel presentai una scultura composta da una cassa di vetro con dentro acqua e due pietre vulcaniche, una bianca, leggera e galleggiante, la pomice e una nera, pesante, l’ossidiana. In una grande installazione ambientale che feci a Roma nel 2010, per un progetto curato da Antonia Alampi, riempii un grande salone di 250 metri quadri con venti metri cubi di pietra pomice, creando una distesa bianca, un paesaggio apocalittico, e su questa posi delle Rose di Jericho, fiori del deserto che riescono a rimanere in vita nonostante le difficili condizioni ambientali. Anche quella voleva essere una rappresentazione di come lo spirito umano reagisce a eventi e condizioni circostanti ostili. Nel 2022, per Planeta Sessions a Noto, ho presentato una scultura che ho chiamato “Beneath an horizon of fallen stars”, che rappresentava tramite un insieme di pietre pomici un orizzonte galleggiante su acqua all’interno di una cassa di vetro. In generale quello che mi attrae del lavorare con questi materiali è il loro percorso evolutivo. In principio c’è il magma, questa massa viva e incandescente. Poi arriva l’evento catastrofico per eccellenza, l’eruzione. Quindi questa massa si evolve in nuove forme e in nuovi stati. A me interessa cercare delle immagini sfruttando questo percorso. Nel lavoro per Planeta Sessions l’idea che degli elementi, una volta vivi, si fossero spenti andando a creare un nuovo orizzonte al di sotto del quale nulla è visibile ma tutto è presente mi sembrava una delle possibili e perfette chiavi di lettura del percorso di questi materiali.

MAIN SOLO EXHIBITION
2013 LE MARAIS/LA PALUDE – Galerie Bendana-Pinel, Paris, France
2012 MEIN GEBIET/IL MIO CAMPO – Galleria Fuoricampo, Siena, Italy

MAIN COLLECTIVE EXHIBITION
2022 ALMA VENUS – Planeta Sessions, Noto, Italy, curated by Mara Sartore and Ignazio Mortellaro
2018 LIBER FARE (LIBRI D’ARTISTA) – Palazzo Ziino, Palerm, Italy curated by the Palerm Fine Art Academy
2016 GENERAZIONE X – Palazzo Riso, Palerm, Italy curated by Daniela Bigi
2011 C’ERA UNA VOLTA UN FUTURO – Temporary space, Rome, Italy curated by Antonia Alampi and Anna Simone

WORKSHOP & ART-RESIDENCES
2021-2022 VIAFARINI IN RESIDENCE – Milan, curated by Giulio Verago and Viafarini
2016 BOCS ART – RESIDENZE D’ARTISTA, Cosenza, Italy curated by Alberto Dambruoso
2016 LOC – LABORATORIO CONTEMPORANEO, workshop with MASBEDO, Capo D’Orlando, Italy
2014 ATELIER SUL MARE, workshop with Diego Perrone and Gianni Caravaggio, Tusa, Italy

Luoghi d’intervento: Bar Hotel Mari del Sud (Baia di Ponente)

Foto e video: Davide Pompejano

Web development: Creactive Room

Type: Collletttivo e CAST Foundry